giovedì 25 giugno 2015

Benvenuti in Galizia, da O'Cebreiro a Barbadelo via San Xil.

"Strada facendo vedrai che non sei più da solo, e sentirai la strada far battere il tuo cuore" C. Baglioni

Strada Facendo vedrai

O'Cebreiro dista poco meno di 5 km da A Faba, naturalmente in salita. Tanti i mucchietti di case abbandonate o adibite a rifugio per le mandrie lungo la salita, e di prima mattina il sole e l'aria di montagna ci accompagnano a me ed Eros fino in cima al valico.

A poche centinaia di metri da O'Cebreiro entriamo in Galizia

Lasciamo la Castilla y Leon per entrare nell'ultima regione attraversata dal cammino, la Galizia. Arrivati ad O'Cebreiro ci fermiamo per una mezz'oretta, incontriamo nuovamente Jesus e Vanessa, colazione al bar, visita alla chiesetta del posto, piccola e caratteristica, con cimitero annesso. In Galizia infatti, al centro di tutti i paesini, si trova la chiesa principale con il cimitero accanto, un'usanza celtica arrivata fino a qui. Ha molto in comune questa regione con i paesi celtici, dal clima umido alla vegetazione, alle coste bagnate dall'oceano atlantico. Da qui in poi i segnali di direzione del cammino ci indicano quanti km mancano a Santiago. La via della Galizia è quasi tutta sali e scendi fino a destinazione. Scendendo dall'alto do Poio, il punto più in alto del valico a 1336mslm, troviamo paesini fantasma e mandrie di bestiame a volte senza pastore solo con i cani a fare da guida. Il paesaggio è mozzafiato, pascoli, vegetazione di montagna, strade sterrate senza alcun rumore che non sia naturale o che non sia il classico tintinnio dei battagli  delle mucche. Una cosa che mi colpisce su in cima, è la maglietta di un pellegrino francese morto il giorno prima di infarto durante il cammino. Mi ha messo un pò di tristezza oltre che ad alimentare la mia ipocondria. Come già detto all'inizio, ci sono durante la via molte lapidi funebri di gente deceduta sul cammino per cause naturali. Questa crea ancora più dispiacere essendo l'incidente avvenuto il giorno prima. Scendendo verso valle arriviamo a Triacastela, dove incontriamo molti compagni di cammino fra cui Giulia ed Antonio, che hanno già preso posto in Albergue. Io decido di continuare verso San Xil. Il cammino da qui in poi si dirama in due direzioni, via San Xil più corto ma in salita, e via Samos, più lungo ma pianeggiante. Si ricongiunge a Sarria. Eros vuole anch'egli continuare, e dopo circa 3 km da Triacastela troviamo un paese fantasma, a Balsa, abbandonato forse da più di 50 anni, dove si sente solo l'odore del bestiame e dove c'è un unico albergue rifugio ecologico gestito da Italiani. Una ragazza, credo Romagnola, insieme alla madre e due bambini, ci  accoglie accompagnandoci sotto nella camerata dove ci sono le brande e le doccie. Un ampio giardino con un lavabo per il bucato, un grande tavolone per la cena ed un aerea nel bosco di fronte con delle amache e delle tende. Questo era il rifugio in mezzo al nulla. Ci era stato suggerito il giorno prima dal tizio di A Faba, infatti è molto simile come stile, ecologico, cucina vegetariana e il più naturale possibile. 

Amaca nel bosco, A Balsa

Proprio da quell'amaca sto cercando di prendere appunti per scrivere questo blog, e nel mentre noto un paio di tende da campeggio, pronte per essere usate, una ragazza Australiana ne approfitta subito, ed io subito dopo di lei ne occupo un'altra liberando il letto nel dormitorio. Fatta una bella doccia ed il bucato, si cena in comune, con un piatto vegetariano dove delle uova fanno da fonte proteica. Al tavolo ci stanno varie nazionalità, degli Olandesi, Australiani, Italiani, Francesi e Americani, Tedeschi e Svizzeri. Bianca, una ragazza Olandese che incontrerò altre volte in questi ultimi giorni fino a Santiago, è partita da pochi giorni da Leon, e si diverte a sentire che molti di noi sono partiti dalla Francia e sono in marcia da più di un mese. Finita la cena si va a dormire, io nella tenda, altri due ragazzi come me, Eros e tutti gli altri nel dormitorio. La tenda oltre a farmi sentire il freddo della montagna durante la notte, mi ha fatto incontrare qualche ospite del bosco.

Uno degli ospiti del bosco

La mattina seguente si parte per Sarria insieme ad Eros, le prime due ore sono abbastanza pesanti, non abbiamo fatto colazione ed è tutto disabitato fino ad un piccolo villaggio chiamato Furela, dove con una deviazione di 0,5 km si arriva ad una bar per uno spuntino a base di 2 uova a testa, pancetta, toast, empanada e due succhi di arancia. Subito dopo ci rimettiamo in cammino per Sarria che raggiungiamo con facilità verso l'ora di pranzo, piccola pausa dissetante e ancora in cammino. Non c'è una meta fissa, ma visto che da qui in poi il cammino è veramente una processione, le mete principali sono quasi sempre strapiene di gente, e la confusione ed il pandemonio  fanno perdere il vero significato del cammino, quindi decidiamo di proseguire oltre. Da Sarria infatti mancano 100km a Santiago e la regola dice che il minimo da fare in cammino per ottenere il certificato chiamato "Compostela" è appunto 100km. Moltissimi sono i gruppi e le scuole a percorrere questi ultimi 100km.


Villaggio fra San Xil e Sarria

Subito dopo Sarria io ed Eros troviamo un albergue con Piscina, all'entrata del Pueblo Barbadelo. Non esitiamo un minuto a prendere posto e ritroviamo pure Jesus, Vanessa e Bianca che poi finiranno allo stesso tavolo con noi per la cena. Pomeriggio in Piscina, a prendere sole e a sorseggiare qualche "clara". La cena è diversa dal solito, infatti optiamo per il ristorante dell'albergue che è  tipico Gallego, a la carte, ordiamo piatti di pesce e vino della Galizia. Si sta tutta la sera a chiaccherare e socializzare con gli Spagnoli e l'Olandese, fino a che la stanchezza non ci porta a letto a dormire. 

Tipica segnaletica in Galizia, 109 km a Santiago






Nessun commento:

Posta un commento